Gaza, gli adolescenti della Striscia

Autore: Franco Taverna

11 Dic 2023 - Articoli, News (, , )

Gaza, gli adolescenti della Striscia

L’esercito di Israele ha chiuso i confini di Gaza nel 2007. L’età media della popolazione nella Striscia è 18 anni. Un milione di abitanti è connesso ad internet che per loro, praticamente, è l’unica finestra sul mondo. I millennials di Gaza sono di fatto vissuti sempre in uno stato di guerra più o meno drammatica, con morti in tutte le stagioni. 

A seguito degli ultimi aberranti fatti e delle drammatiche immagini che li documentano e ci arrivano della guerra in corso tra Hamas e Israele, abbiamo provato a chiederci quale potesse essere il vissuto dei ragazzi e delle ragazze di Gaza. Abbiamo cercato qualche contatto diretto ma ovviamente ci hanno risposto che non è il momento. Giusto. Volevamo comunque sentire la loro voce, loro, i ragazzi, che più di tutti stanno subendo una situazione indescrivibile da troppi anni, da sempre, senza colpa e senza alcuna ragione. Così, non volendo inquinare con frasi fatte o retorica spicciola il loro punto di vista, siamo andati a cercare una testimonianza diretta e ci siamo imbattuti in un documentario prodotto da DUDE qualche anno fa con il titolo “I sognatori di Gaza”. Sono 25 minuti che scorrono via con immagini di volti di ragazzi e giovani, strade, case distrutte, giochi, luoghi di lavoro, bambini che ridono, ma sono soprattutto le loro parole che colpiscono. Voci di giovani che vanno e insegnano ad andare sui pattini, che dipingono “occhi” sui muri delle cittadine della Striscia “io ti vedo, tu mi vedi?”, che amano il mare e lo cavalcano con il surf, che fanno sorridere i bambini degli ospedali vestiti da Clown, che praticano parkour, che provano a sentirsi liberi esprimendosi con l’arte.

“Fin da piccolo sognavo di volare da una parte all’altra della città, come su un tappeto volante”

“Qui la fantasia è il nostro pane quotidiano, immaginare e per noi allenarsi alla vita”

“Mia madre mi ha insegnato che il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni, da queste parti sognare è quasi un dovere”

 “Nel mare non ci sono restrizioni. Ti senti libero”, mettiamo su Youtube dei video per trasmettere la nostra immagine di persone che amano la libertà

“La guerra è molto dura per noi. Ci ha costretto a pensare una realtà migliore di quella che viviamo”

 “Il sorriso deve essere sempre una parte importante della vita” 

“La più grande aspirazione di tutti è quella di potersi muovere liberamente, di attraversare i confini senza problemi”

“Gaza è assediata e soffre di molti problemi, non solo dal punto di vista sociale”, “mi hanno accusata di vestirmi in modo inadeguato. Mi volevano costringere a mettermi il velo come prescrive l’Islam, come prescrive l’Islam”, “ho trovato la mia libertà chiudendomi nella mia stanza, ho stretto molti legami con persone che vivono fuori dalla Palestina, questa è stata la mia ricompensa, ho perso ciò che avevo pur di ottenere la libertà. Non conosco altro modo per poter esprimere me stessa se non attraverso l’arte“.

Non sappiamo quali siano oggi i pensieri di questi stessi giovani, né se ancora ci sono. Così come non conosciamo ciò che pensano i ragazzi e le ragazze a Gerusalemme, nelle città israeliane vicino al confine o nei cosiddetti “insediamenti”. In genere gli adulti, quelli che credono di sapere e, ancor di più, quelli che si illudono di avere il potere sulla gente, non ascoltano queste voci. Noi però abbiamo il dovere di fare tutti gli sforzi possibili per tenere viva la forte speranza che anima i ragazzi, si forse proprio tutti i ragazzi. Anche in mezzo alle devastazioni, non ci sono solo le guerre, ci sono anche le devastazioni dei rapporti che uccidono ugualmente, proviamo a compiere quei gesti necessari, folli, impossibili, per migliorare il mondo che ci sta intorno. Cominciando da noi, con l’obiettivo ambizioso di intervenire là dove si genera la violenza e l’ingiustizia