Se gli adulti confondono autorevolezza e autorità

Autore: Franco Taverna

8 Mar 2024 - Articoli (, , )

Se gli adulti confondono autorevolezza e autorità

Alla fine di febbraio a Pisa i poliziotti in tenuta antisommossa hanno manganellato durante una manifestazione per la Palestina, alcuni studenti, Le responsabilità dovranno essere accertate e c’è un’indagine ufficiale. Ma il Presidente Mattarella è stato chiaro: “I manganelli sui ragazzi esprimono un fallimento“. A noi sembra proprio necessario commentare le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella.

Il messaggio inviato al Ministro dell’Interno Piantedosi si potrebbe tradurre in uno slogan: Autorevolezza non significa manganelli ma equilibrio tra sicurezza e libertà di espressione. 

Il tema è quello della autorevolezza, tema assai importante e cruciale specialmente per i ragazzi, da non confondere con la autorità. Questa infatti è un titolo formale che proviene dall’alto, da una nomina, riguarda l’ordine dei rapporti tra le persone ma prescinde dalle relazioni personali. L’autorità è governata e protetta dalla legge. L’autorevolezza invece sta su un altro piano, che è quello che maggiormente interessa gli adolescenti e i giovani, quello della autenticità del rapporto. La persona autorevole non è sostenuta dalla legge ma dalla capacità di generare fiducia. E dato che oggi c’è tanto bisogno di riannodare un legame di reciproca stima e fiducia tra generazioni, credo che il messaggio inviato dal Presidente debba essere riletto, commentato e meditato anche da tutti gli adulti direttamente coinvolti nella educazione dei ragazzi, i genitori in primis e a ruota gli insegnanti. Ai loro orecchi le parole di Mattarella suonerebbero più o meno così: le ragazze e i ragazzi non si educano con i castighi, la disciplina a scuola non si ottiene con le punizioni, gli adolescenti si affidano ad adulti equilibrati che sanno mettere nelle relazioni le giuste dosi di protezione, ascolto e libertà. 

Mi pare che nel richiamo di Mattarella si trovi la radice del compito educativo, nascosta nella etimologia della parola emancipazione. La funzione educativa è quella di emancipare: ex- manus – capere. Il genitore che ha a cuore la sana crescita del figlio si assume il compito di tenere per mano e lasciare andare, valutando con sapienza e progressivamente quando serve l’uno e quando l’altro gesto. Non va bene togliere la mano troppo presto così come è sbagliato stringerla sempre forte. Equilibrio tanto più necessario nella fase fisiologicamente più critica della crescita, quella che dalla adolescenza si affaccia all’età adulta. È proprio in questo snodo anagrafico che possono esplodere i dissensi oppure manifestarsi gli slanci di impegno ed è proprio qui che la nostra società sta fallendo. 

Le parole del Capo dello Stato, non devono essere messe da parte e non commentate come qualcuno ha detto. Ci devono interrogare, ci chiamano ad una profonda riflessione: dove stiamo sbagliando? Mettiamoci in ascolto (ma davvero!) delle nuove generazioni e in maniera disinteressata proviamo a capire dove stanno gli squilibri, dove mancano le protezioni, dove sono offese le creatività, dove sono dimenticati i diritti, dove sono annullati gli entusiasmi. La responsabilità di una società adulta e matura, potremo dire la sua autorevolezza, si gioca nella sua capacità analizzare e rispondere a queste domande.