Cosa sperate per gli adolescenti nel 2024?
Autore: Redazione
8 Gen 2024 - Articoli, News (adolescenti, fragilità, genitori)
“Cosa sperate per gli adolescenti nel 2024?”. L’abbiamo chiesto agli educatori e psicoterapeuti di Semi di Melo che vivono tutti i giorni a fianco degli adolescenti e dei preadolescenti.
«Spero che la parola adolescenza», dice Anna Polgatti, coordinatrice della comunità di recupero per giovanissimi poli-tossicodipendenti della Casa del Giovane di Pavia, «non sia più utilizzata come sinonimo di disagio, di problema, di fatica, ma possa diventare risorsa, possa diventare speranza, possa diventare un cammino di crescita. Questo è l’augurio che faccio ai ragazzi e alle ragazza ma in realtà lo faccio anche a noi adulti».
Adulti che all’adolescenza non sanno più guardare, e i giovani non li sanno più ascoltare. «Vorrei», dice Franco Taverna, responsabile dell’area adolescenza di Fondazione Exodus di don Mazzi, «che gli adolescenti riuscissero a farcela laddove noi adulti non siamo stati capaci. Vorrei che riuscissero ad andare più d’accordo, non curandosi della sciocca retorica della guerra contro tutti e su tutti i fronti. Che riuscissero a prendere le distanze dai modelli consumistici che abbiamo loro imposto, a dar valore alle relazioni, all’amicizia prima che all’i-phone. Che riuscissero a dare maggiore rispetto a tutto ciò che non è umano nel mondo, dall’acqua alle piante, dalle diverse forme di vita alle montagne, a godere della bellezza senza violentarla. Che imparassero a guardare le ingiustizie presenti nella società e che si impegnassero un pochino per diminuirle, che toccassero con mano le sofferenze di tanta umanità vicina e lontana».
Agli adolescenti si augura di avere gli occhi aperti sul mondo e sugli altri: «Dobbiamo», aggiunge Diego Turcinovich, educatore e attualmente vicepresidente dell’associazione Semi di Melo, «dare ai ragazzi proposte semplici di incontro e conoscenza, contesti in cui sperimentare umanità e relazioni sane. Ritengo importante ristrutturare luoghi in cui i più giovani abbiano la possibilità di trascorrere tempi di vita comune utile alla socializzazione costruttiva, valide, a favorire esperienze di relazione tra coetanei, di momenti di confronto, di gruppo, di scambio di opinioni, capacità o anche limiti e fatiche». Servono spazi nuovi: «Luoghi di confronto e co-costruzione civica», continua Turcinovich. «Potrebbe essere interessante favorire la diffusione delle cosiddette cabine di regia composte da adulti e adolescenti che insieme, in un quartiere o in un paese, elaborino progetti rivolti alle nuove generazioni, programmi, eventi, concerti, attività utili alla sensibilizzazione e alla crescita sociale».