Mi hanno sospeso!
22 Ott 2024 - JO, News (adolescenti, Jo Semi di Melo)

Ok, ti hanno sospeso, e adesso? Cosa fai? Sta a casa a fissare il soffitto? Già perché magari i tuoi ti hanno anche requisito il cellulare. Oppure puoi uscire, ma tanto in giro non c’è nessuno, sono tutti a scuola… wow, giornatona!
Oggi sono stata a Pavia, mi sono divertita con alcuni ragazzi e ragazze che erano alla Casa del Giovane a fare cose dopo essere stati sospesi. Cioè, perché se per caso vieni sospeso a ottobre, non è che poi devi restare bollato per tutto l’anno e già ti dicono che sarai bocciato. A Pavia c’è Simone Feder, appena arrivi mette in atto uno schema ben preciso: Incontro con te, poi con i tuoi, ramanzina (ci sta), infine progetto educativo che dura tre incontri e si chiude con la restituzione ai genitori del lavoro fatto e poi si torna a scuola, ma non da soli, a questo punto La Casa del Giovane ti segue tutto l’anno, e anche la tua classe. Ovviamente questo funziona solo se si collabora tutti insieme: tu, i tuoi e la scuola, sennò resti sempre la pecora nera che si è fatta sospendere subito all’inizio dell’anno.
Sospensione: deriva dal latino “suspendere”. E in senso figurato significa arrestare, bloccare. Ma il tempo dei ragazzi che vengono sospesi a scuola può essere un tempo fermo ma comunque pieno di possibilità. La Casa del Giovane di Pavia ci crede da anni e così nel 2017 ha avviato una collaborazione con le scuole del pavese: i ragazzi e le ragazze sospese possono iniziare un percorso di consapevolezza. Si parte sempre da una domanda: “Perché sei qui?” Con l’obiettivo di lavorare sulla verbalizzazione del loro mondo interiore.
Alla Casa del Giovane le prime richieste sono arrivate: «quando i dirigenti delle superiori e delle medie hanno iniziato a chiamarci perché trovavano i ragazzi e le ragazze a fumare e a pasticciare con le prime sostanze. All’inizio lavoravamo dentro gli istituti, ma il bisogno diventava sempre più profondo. Insomma non bastava la “sgridatina”, serviva un livello di attenzione più alto e un progetto specifico».
All’interno del centro di ascolto della Casa del Giovane di Pavia non viene preso in carico solo il ragazzo o la ragazza, ma anche il nucleo familiare e la scuola. «L’obiettivo è lavorare in sinergia», dice Feder, che con i dirigenti scolastici è stato chiaro fin dall’inizio: «Se prendiamo in carico un ragazzo che ad ottobre è stato sospeso, quella sospensione non può compromettere il suo intero anno scolastico. Perché se l’adolescente sa già che sarà bocciato dopo la sospensione come fa a comprendere e stare a pieno dentro un percorso educativo e terapeutico?».
Dopo la sospensione gli educatori incontrano la famiglia e la scuola per impostare la collaborazione. Poi i ragazzi arrivano alla Casa del Giovane e con loro si programmano interventi di autoconsapevolezza, sia singoli che di gruppo. «É uno schema che si ripete ogni volta», spiega Feder. «Incontro con i genitori, ramanzina, progetto educativo che dura tre incontri. A questo segue la restituzione ai genitori del lavoro fatto e poi gli adolescenti vengono riaccompagnati a scuola e monitorati per tutto l’anno insieme al gruppo classe. Mi è anche capitato di portare l’intero gruppo al centro di ascolto insieme ai docenti. Ripeto il lavoro funziona solo se lo si fa in sinergia».
Le richieste delle scuole continua ad aumentare ma c’è un segnale importante, sinonimo della bontà del progetto: «I ragazzi e le ragazze che seguiamo diventano pietre d’inciampo all’interno degli istituti. Diventano delle risorse per gli altri».