ADOLESCENTI NELLA DIMENSIONE SOCIAL
11 Apr 2025 - News (adolescenti, attualità, educazione, preadolescenza, progetto selfie)

Presentati una parte dei dati del progetto Selfie: una survey su oltre 37.000 studenti 14-19enni lombardi tra il 2016 e il 2023
Durante il convegno “Adolescenti nella dimensione social” che si è tenuto questa mattina presso l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato Cesare Pesenti di Bergamo, organizzato dall’Associazione Semi di Melo, dalla Fondazione Exodus di don Mazzi, la Comunità Casa del Giovane di Pavia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sono stati presentati i dati del Progetto Selfie: una survey su oltre 37.000 studenti 14-19enni lombardi tra il 2016 e il 2023.
Ad aprire la mattinata di lavori e fare gli onori di casa, Veronica Migani, Preside Ipia Pesenti, che ha poi dato la parola a Franco Taverna, Presidente di Semi di Melo, che ha introdotto, in collegamento Emanuele Monti, Presidente IX Commissione permanente, Sostenibilità sociale, casa e famiglia Regione Lombardia.
«La presentazione dei risultati delle indagini Selfie svolte nel periodo 2016-2023 tra gli adolescenti lombardi con l’obiettivo di restituire una fotografia del presente inquadrato nella prospettiva del forte mutamento in atto nell’ultimo decennio. Oltre al focus sulla rete e i social i dati restituiscono un più ampio quadro del vissuto e delle opinioni delle ragazze e dei ragazzi in relazione al proprio contesto di vita e relazionale, utile a contestualizzare in un quadro più ampio il tema del convegno», dichiarano Marcello Esposito, docente di economia e membro del direttivo Semi di Melo e il ricercatore sociale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Giulio Vidotto Fonda.
«Il convegno sugli adolescenti e il tema del Selfie come specchio identitario parla chiaro: finalmente si parte da loro, da ciò che sentono e vedono. È una rivoluzione silenziosa ma potente, che ci obbliga a spogliarci dei nostri schemi adultocentrici e a metterci in ascolto. La ricerca costruita da loro ci ricorda che non possiamo più limitarci a interpretare i giovani, dobbiamo imparare a guardarli da dove stanno, non da dove siamo noi. Eppure, il dato sul 26% che si sente molto capace di affrontare tutto da solo è ambiguo: è segno di forza o di abbandono? Troppi adolescenti si stanno arrangiando, spesso con mezzi tossici, perché sentono che nessuno regge davvero il loro peso. Dove siamo noi adulti? Dove sono i padri, gli insegnanti, i modelli affidabili? Forse li abbiamo delegati agli psicologi, medicalizzando il disagio invece di accoglierlo. E il futuro che prospettiamo loro è incerto, quasi sospeso. Come possono sperare se noi per primi abbiamo smesso di crederci? I ragazzi oggi fanno fatica a stare insieme, vivono in un mondo dove la connessione ha sostituito la presenza, e l’intimità si gioca in chat. Ma questa è una realtà che abbiamo contribuito a costruire. Forse è tempo di rimettere in circolo esperienze vere, sporche di realtà: il volontariato, la creazione, l’impegno. Restituire senso e corpo alle relazioni. Farli tornare protagonisti non solo della loro narrazione, ma anche del cambiamento», afferma lo psicologo Simone Feder della Comunità Casa del Giovane di Pavia.
Hanno poi preso parola, inoltre, alla tavola rotonda, moderata da Gerolamo Spreafico, Pedagogista Università Cattolica del Sacro Cuore, Christian Noris e Mohamed Najih, studenti della 4 AMAT dell’Istituto Pesenti, Veronika Slobodianyk e Tommaso Todeschini, studenti del Liceo Falcone, Stefano Pasta, del Centro di Ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia (Cremit), Stefano Laffi, Sociologo della Coop. Codici, Simone Malpezzi, Vice Presidente della Commissione Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, Stefania Garassini, Board Patti Digitali, Mauro Magatti, Professore Ordinario Università Cattolica.
Lo scopo principale di questo progetto di ricerca, che negli anni ha coinvolto quasi 90.000 adolescenti e preadolescenti ed entro la fine del 2025 arriverà a 100.000, è fornire elementi e spunti concreti relativi alle abitudini di vita dei ragazzi e delle ragazze, con un’indagine rivolta agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di 1° e 2° grado. Un’opportunità di analisi e riflessione, utile agli insegnanti, ai genitori e agli alunni stessi (che avranno modo di “osservarsi”, come fossero allo specchio).
La speranza è che il “Progetto Selfie” consenta ai docenti di conoscere meglio i propri studenti e l’orizzonte esistenziale in cui essi si muovono. Ed aiuti a restituire ai genitori un’immagine più completa dei propri figli nella delicata fase adolescenziale.
Il questionario “Selfie”, elaborato dall’Associazione Semi di Melo, nella sua forma attuale è nato nel 2015, quando la rapida diffusione dei “social” e degli smartphone hanno reso necessario un ripensamento strutturale dei vecchi questionari, focalizzati su aspetti specifici del disagio giovanile, come l’eccessivo consumo di alcolici o il gioco d’azzardo.
Il nuovo questionario e le sue vecchie versioni condividono la stessa natura di strumento di auto-consapevolezza sia per i ragazzi sia per gli adulti (insegnanti, genitori, istituzioni locali). Ecco alcuni rilievi significativi che emergono dalle traiettorie di cambiamento dei ragazzi e delle ragazze.
Nell’incontro è stata presentata una ricerca che ha visto il confronto di tre serie storiche di interviste Selfie a 37.000 studenti lombardi: un terzo circa di queste raccolte prime del Covid, un terzo durante il periodo Covid e infine l’ultima dopo la pandemia. Questo confronto ha potuto mettere in evidenza gli elementi di cambiamento intervenuti nel corso di questi nove anni ed ha dunque mostrato, forse per la prima volta con dati così consistenti, le tendenze di maggior significato che hanno interessato gli adolescenti.
Per i teens la musica fa da costante sottofondo. Nel tempo aumentano le attività online e il video-gaming. Stabili la propensione a uscire con gli amici/le amiche e la pratica sportiva (comunque limitata). In calo tv e libri, con un timido 22% di lettori regolari. Instagram e TikTok sono ormai da anni le piattaforme principali per i teen, X e Facebook ricoprono un ruolo marginale.
Su Instagram la maggioranza attiva più di un profilo. Con il tempo prevalgono l’interazione entro le cerchie ristrette e la fruizione passiva, rispetto alla messa in scena del sé di fronte al “grande pubblico”.
Prima, chi riteneva più agevole intraprendere relazioni offline costituiva una minoranza relativa (47%). A distanza di 7-8 anni la quota è divenuta invece maggioritaria (56%). Uno su cinque continua però a ritenere più agevole tessere relazioni in rete, in particolare tra chi vive situazioni di fragilità e insoddisfazione.
Tra il 2016 e il 2021 flette la quota di teen soddisfatta del proprio aspetto fisico e aumenta, specularmente, la diffusione delle diete. Nel periodo 2022-23 solo 4 ragazze su 10 si sono dette soddisfatte del proprio aspetto e oltre la metà ha affermato di aver provato almeno una dieta
Nel periodo 2022-23 la quota di soggetti che affermano di aver subito una qualche forma di bullismo in presenza diviene maggioritaria. Crescente, seppure più limitato, anche il vissuto legato al cyberbullismo. Due terzi delle ragazze segnala esperienze di bullismo in presenza, un terzo online. L’uso perlomeno saltuario di alcol risulta maggioritario, con un’impennata negli anni della pandemia; in calo invece nicotina e cannabis. Seppure di nicchia, la cocaina pare (ma andrebbe verificato) cedere in parte il passo all’eroina.
Oltre alla trasversale motivazione edonistica, i consumatori teen affermano di appoggiarsi a diverse sostanze per “affrontare momenti difficili” e, in particolare a nicotina e cannabis, per il “bisogno di tranquillizzarsi”.
Info:
Per avere dettagli sul progetto, su come partecipare all’iniziativa, o richiedere altri dati scrivere a educazione@exodus.it