Educatori, se non usiamo TikTok perdiamo un’occasione

Autore: Diego Turcinovich

31 Ago 2023 - Articoli, News (, , , , , )

Educatori, se non usiamo TikTok perdiamo un’occasione

“TikTok” è una piattaforma di video sharing, nata nel 2018 in Cina. Come gli altri social del resto, ha rivoluzionato radicalmente le modalità comunicative nei contesti sociali. Ma cosa rappresenta per i più giovani? Con il progetto progetto “Selfie” – l’attività prevalente svolta dall’associazione Semi di Melo che ha la finalità di fare ricerca sugli stili di vita degli adolescenti – abbiamo somministrato oltre 90mila questionari agli adolescenti. Questionari che rilevano quanto l’utilizzo e l’accesso ai social (nelle varie tipologie) sia una costante attività delle ragazze e dei ragazzi: oltre il 78% li utilizza. Impiego dei social che dunque occupa le loro giornate sia in tempi diurni, quindi il tempo libero,i luoghi di ritrovo, la scuola, i momenti comuni in famiglia (i pasti, i viaggi) ma anche i tempi notturni. Il dato, così significativamente elevato dei giovani presenti sul web, costringe il mondo degli adulti ed in particolare coloro che hanno responsabilità educative (genitori, insegnanti, operatori di strutture) ad interrogarsi e a prendere qualche posizione.

La domanda per noi è: come porsi rispetto al massiccio approccio ai social dei nostri ragazzi, dei nostri figli, dei nostri alunni? Cosa dire? Cosa suggerire? Quale può essere l’atteggiamento corretto per raggiungere un livello di “saggezza digitale”?

Ma torniamo su TikTok: dicono le ricerche (i dati sono controversi) che questo social nel mondo abbia 1 miliardo e mezzo di fruitori, in progressivo aumento. Mentre in Italia, starebbe interessando, nel giorno medio, 36,6 milioni di utenti, un numero notevolmente elevato. Dunque tanti individui che mediamente navigano online per un tempo giornaliero consistente. La stima di tempi di utilizzo non è facilmente definibile, ma riferendomi ad alcuni studi fatti in Europa questi riportano ad esempio che “gli utenti trascorrono in media 52 minuti al giorno sull’applicazione. I nostri ragazzi in grande numero ne usufruiscono, lo utilizzano, ne assorbono i contenuti, creano contenuti, commentano, si interfacciano, si coinvolgono emotivamente e noi adulti non possiamo sicuramente disinteressarci della questione.  Ma dove sta il problema? Ammesso che possa definirsi un problema. Anticipando una mia convinzione, mi sbilancio nel dire che gli adulti e gli educatori, se vogliono dimostrarsi attenti e restare “sul pezzo” dovrebbero decisamente presidiare il social. Dunque tutti dobbiamo registrarci ed aprire un nostro profilo? A mio parere sì! Credo che esserne attivamente partecipi favorisca lo studio dello strumento e aiuti a comprendere maggiormente quali possono essere le ricadute sui ragazzi, i condizionamenti, le espressioni emozionali, le emulazioni, le tendenze imitative dal punto di vista comportamentale. Così facendo si riesce a dare concretezza ad un assunto proposto proprio da Semi di Melo: “L’unico modo con cui possiamo prevenire ulteriori distanze tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti è osservare la realtà con i loro occhi, non con i nostri. Inoltre dovremmo imparare a valutare l’impatto di ogni decisione che, come da copione, viene attuata per il loro bene”. 

Affermazione che trovo molto valida, ma al contempo difficile da attuare, in un contesto sociale che tendenzialmente non rende giustizia, anzi rema contro alle istanze dei bisogni educativi di crescita armoniosa dei più giovani. Provo un certo imbarazzo a dirlo, ma credo che privarsi di TikTok oggigiorno sia una resa, un limite, un vuoto di conoscenza, un’occasione perduta, non solo in funzione di un compito educativo a cui siamo chiamati, ma per noi stessi e la nostra contemporaneità aggiornata. Ma su questo si può aprire un dibattito.

Ripensando alla mia esperienza personale, quando alcuni mesi fa sono approdato sulla piattaforma di TikTok, per pura curiosità e non per particolari interessi, mi sono trovato catapultato in un mondo sorprendente. TikTok offre molteplici stimolazioni positive, costruttive, formative nonché didattiche. Sono stato favorevolmente sorpreso; mi aspettavo un format simile agli altri, più orientato al passatempo, alla propaganda, alla ricerca dei like ed al “cazzeggio”. Invece ho trovato molto di più. Certo è necessario subito anticiparne l’aspetto critico del programma, e sta nel fatto che nel suo insieme, lo scenario è confusissimo; trattasi di un coacervo (termine obsoleto) meglio dire un ammasso disordinato di suggestioni, messaggi, informazioni, discorsi, provocazioni, istruzioni. Se decidi di seguire acriticamente la sequenza dei video trasmessa rischi direstare mentalmente disorientato. Rispetto agli altri network che già utilizzavo (ognuno con proprie peculiarità e caratteristiche, ma decisamente tutti più statici) mi ha molto stupito l’ampiezza degli argomenti e la vorticosità degli elementi che mi apparivano. In concreto le tematiche ed i temi dei video sono i più disparati e scorrenti ad un ritmo continuo, irrefrenabile ed incontrollato (se governato dall’algoritmo o dall’intelligenza artificiale non saprei dire), ma certo si può passare in pochi secondi dall’essere edificati da contributi eccellenti e di spessore fino a scontrarsi con lo squallore e la demenzialità più deprimente.

Ho scoperto l’utilità, la genialità, la creatività espressa nei video postati su temi variegati, di interesse culturale, di informazione, di discussione politica, di legalità, di commercio, di turismo, di cronaca, di medicina, di sanità, di sport, di musica, di spettacolo, di comicità, di storie personali, ecc., cioè tutte le sfaccettature del vivere di ogni persona singola e di ogni forma di collettività in Italia (o nel mondo). Per cui in questo senso lo strumento TikTok ritengo sia una valida occasione di riflessione con aspetti formativi interessanti. Senz’altro in soggetti che non possiedono sufficienti strumenti di difesa un minimo di cultura, un sano equilibrio psico-emotivo, penso che gli effetti possano essere negativi. Una moltitudine di “tiktoker” penso siano esposti a molteplici rischi e ricadute dannose. Di fatto TikTok ha trasformato gli utenti da meri fruitori di contenuti a produttori attivi degli stessi: tutti possono creare nuovi contenuti che chiunque può modificare, condividere e distribuire a proprio piacimento. Anche e soprattutto in una sfera trash o demenziale. (Prima parte)

Diego Turcinovich, educatore e attualmente vicepresidente dell’associazione Semi di Melo.