Il progetto Selfie a Cernusco sul Naviglio
14 Mag 2025 - Interviste, News (adolescenza, riflessioni, Selfie)

Un’iniziativa un po’ speciale quella che l’Associazione Semi di Melo ha portato avanti a Cernusco sul Naviglio, un comune italiano di 34.773 abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia.
All’indagine quantitativa si è aggiunta una importante rilevazione qualitativa attraverso focus Group che sono stati condotti dalla ricercatrice dell’Università di Trento Giulia Gaggero e dallo psicologo Francesco Chiappetta. Nell’indagine sono stati coinvolti 331 studenti di tre scuole del territorio (34% ragazzi e 65% ragazze), l’età media è di 16 anni, il 69% di nazionalità italiana. Ascoltare la musica è la loro attività preferita e il 69% degli intervistati utilizza più profili sui social. Abbiamo intervistato Gaggero e Chiappetta, ecco le loro risposte.
Come avete conosciuto il progetto Selfie?
Francesco: La collaborazione con il presidente di Semi di Melo, Franco Taverna, all’interno di progetti educativi svolti sul territorio di Monza e il mio personale interesse verso il mondo dell’adolescenza e le sue molteplici tematiche, mi hanno dato la possibilità di conoscere l’ambizioso progetto “Selfie”, approfondendo l’interesse suscitatomi con la lettura del libro “Storie(s)” e giungendo, infine, ad una concreta partecipazione e collaborazione nell’attività di ricerca.
Giulia: Personalmente, tramite gli scambi con il presidente responsabile di Semi di Melo, Franco Taverna e la lettura di uno dei libri che sono scaturiti dal progetto (“Vicini Distanti”). Pur abituata a vedere indagini di tipo quantitativo su adolescenti, sono stata colpita dal numero di realtà coinvolte nell’indagine, che rivela un bisogno crescente anche da parte di scuole ed educatori di conoscere meglio i propri ragazzi.
Di fianco all’indagine quantitativa avete portato avanti anche un’indagine qualitativa. Qual è la differenza?
Giulia e Francesco: I questionari sono un tipico esempio di indagine quantitativa, le interviste sono un tipico esempio di indagine qualitativa. Le indagini quantitative si basano su campioni ampi, preferibilmente rappresentativi, di una popolazione e su tecniche di analisi dati basate sulla statistica. Un questionario può facilmente essere compilato da moltissime persone, tuttavia il tipo di domande che si fanno sono domande chiuse (a risposta multipla), che si basano su ipotesi già formulate dai ricercatori e offrono meno spazio alle persone coinvolte di aggiungere qualcosa. Le indagini qualitative, invece, si basano su tecniche non statistiche, ma non per questo, sono meno strutturate. Un’intervista o, come nel nostro caso, un focus group non può raggiungere lo stesso numero di persone di un questionario. Tuttavia, le domande saranno molto piu’ approfondite, sara’ lasciato spazio ai partecipanti di dare la direzione dell’indagine, si avra’ un approccio piu’ induttivo, in cui, ai temi già delineati a priori dai ricercatori, si aggiungeranno i temi emergenti, via via che l’indagine prenderà forma. Ricerca qualitativa e quantitativa hanno pregi e difetti complementari. Per questo l’approccio, cosiddetto, “multi metodo” può risultare estremamente efficace e informativo, soprattutto nel contesto della ricerca-azione.
Come è stata condotta questa seconda indagine?
Giulia e Francesco: L’indagine qualitativa ha previsto la realizzazione di focus group con ragazzi e ragazze coinvolti in diverse realtà associative del Comune di Cernusco Sul Naviglio. Sono, quindi, stati contattati i centri di aggregazione giovanile (CAG), i gruppi scout e la consulta giovani del Comune di Cernusco. Abbiamo così organizzato incontri di 1 ora e mezzo circa con ragazz* che vanno dalle scuole medie all’università. Questo ci ha permesso di comprendere i bisogni e i diversi punti di vista di un’ampia fascia di età, che va dalla pre-adolescenza ai giovani adulti. Gli incontri sono stati modulati in base all’età dei/delle partecipanti. Per gli incontri con i/le ragazz* delle scuole medie e superiori abbiamo previsto una serie di attività stimolo che ci permettessero di indagare le loro abitudini, la loro fruizione dei servizi della città, e possibili bisogni.
Che evidenze sono emerse? Come descrivereste oggi gli adolescenti di Cernusco?
Giulia e Francesco: Non crediamo sia possibile descrivere gli adolescenti di Cernusco in modo univoco. Gli incontri realizzati hanno fatto emergere una diversità di vissuti ed esigenze in base all’età, alla scuola frequentata, alla realtà aggregativa frequentata, nonché al contesto socioculturale di provenienza. La peculiarità del Comune di Cernusco Sul Naviglio è il suo porsi da “ponte” tra la grande città di Milano e i paesi limitrofi, grazie anche alla connessione tramite il trasporto metropolitano Milanese; la sua posizione la rende, quindi, un comune in cui si concentra una grande pluralità di esperienze e, dunque, di esigenze da parte dei giovani. Ciò rende chiaro il perché si è scelto di porre attenzione a tutti quei servizi che accolgono quotidianamente i giovani dell’area e i loro bisogni. Da tutti i focus group, emergono, infatti, i benefici dati dalla frequentazione di realtà aggregative, dove i/le ragazzi/e possono trovare un aiuto nei compiti, la possibilità di fruire di attività culturali e laboratoriali o di esperienze in natura, oppure la possibilità di partecipare attivamente al proprio territorio. In ogni caso, in queste realtà, i/le ragazz* trovano forme di socialità, che si aggiungono a quelle tradizionalmente esperite a scuola. Per questo, promuovere la crescita di realtà aggregative giovanili è un obiettivo da portare avanti per la costruzione di comunità resilienti e partecipative, che diano la possibilità ai giovani di non vivere lo spazio urbano come un semplice “dormitorio”. La partecipazione a realtà aggregative sembra essere un forte aiuto per i/le ragazzi/e per uscire dalla solitudine o dall’assuefazione e dalla noia provocata dall’uso pervasivo dei social e dei media digitali. Sono i/le ragazzi/e stessi/e a fare emergere questi temi, tanto da chiedere di valorizzare i servizi che già funzionano o di creare nuovi spazi aggregativi lì dove sembrano mancare.