Aiutiamo gli adolescenti a coltivare il talento

Autore: Redazione

10 Dic 2021 - Articoli (, , , , )

Aiutiamo gli adolescenti a coltivare il talento

Ragazzi e ragazze hanno sempre più difficoltà a riconoscere e coltivare il talento. Ciascuno ha il proprio, eppure tanti adolescenti sono convinti di non avere nulla di speciale. “Vorrei essere bravo/a in qualcosa”, dicono spesso.

La scuola dovrebbe aiutare a capire quale sia la strada da seguire, ma la rigidità dei programmi, a volte, impedisce un’analisi oggettiva delle capacità personali, delle inclinazioni, delle passioni. Pensiero comune è “sono bravo/a in matematica, mi piacciono i numeri”, oppure “scrivo bene, devo frequentare il liceo classico”.

L’abilità in una materia è certamente un indicatore del talento, ma può essere fuorviante.
Tante famiglie, poi, senza rendersene conto, spingono i figli a scegliere un percorso in base alle loro aspettative, ai loro sogni, a ciò che si ritiene possa essere la via giusta per un futuro brillante. Le intenzioni sono buone, ovvio. Tuttavia, crediamo sia meglio non interferire e lasciare che ogni adolescente decida in autonomia, offrendo supporto se necessario.

Coltivare il talento giusto

Supponiamo che Maria (nome di fantasia), abbia scelto di frequentare il liceo linguistico perché dotata di una pronuncia impeccabile, brava nel tradurre i testi e, soprattutto, veloce nel comprendere le conversazioni in lingua originale.
Ecco, è immediata l’associazione “Maria = futura interprete”. Tuttavia, la ragazza potrebbe essere esperta in tutto ciò, ma avere un talento più forte: suonare uno strumento, per esempio. Magari vorrebbe suonare il violino, rinunciando subito all’idea perché opinione comune è che sia brava con le lingue straniere. Stop.

Il rischio, insomma, è che i ragazzi siano influenzati, specie di fronte a decisioni importanti, dal parere dei genitori, dei familiari, degli amici e, diciamolo, anche dagli insegnanti. Per tale motivo, riteniamo sia importantissimo cercare di conoscere in modo profondo gli adolescenti, ascoltarli, capire i loro bisogni inespressi.

Nel nostro caso d’esempio, mamma e papà potrebbero offrire a Maria la possibilità di prendere lezioni di violino, così da verificare quale davvero sia il talento da coltivare con più attenzione. Ogni persona ha diverse attitudini: riconoscerle è già un successo, trovare quella che rende più felici fa la differenza!

Progetto Selfie: uno strumento per docenti e genitori

La nostra attività di ricerca vuole sostenere gli adulti che vivono e operano accanto agli adolescenti:

Il “Progetto Selfie” consente ai docenti di conoscere meglio chi sta dietro al banco e, conseguentemente, di comprendere l’orizzonte esistenziale dei ragazzi a cui è rivolta la lezione. Restituisce, inoltre, ai genitori un’immagine più completa dei propri figli, aiutandoli in questo modo a far crescere armoniosamente la relazione, nel delicato momento di travaglio adolescenziale. […] è un supporto che, nelle mani degli attori della scuola, corpo docente, famiglie e studenti, può migliorare la qualità delle interazioni e, di conseguenza, sul versante scolastico, anche la qualità degli apprendimenti.

La ricerca si avvale di un questionario anonimo (“Selfie”, appunto) autosomministrato a gruppi classe.
Una risorsa preziosa che permette ai minori di esprimersi liberamente e a chi li guida di entrare nel loro mondo, nella loro sensibilità. Solo così è possibile illuminare chi non riesce a vedere la propria unicità. Ognuno è speciale, a suo modo.
Donare fiducia, valorizzare e apprezzare, sono azioni pratiche per sviluppare e coltivare il talento: qualunque esso sia.